Scuola Diocesiana

Seminario filosofico – Consegna del Premio San Valentino a Giuseppe Ferraro

Si concludono giovedì 16 marzo al Museo Diocesano di Terni le conferenze della XXII edizione del Seminario filosofico dell’Istess, che affronta quest’anno il tema Cura delle relazioni e Relazioni di cura.

Relatore dell’incontro è Giuseppe Ferraro, docente dell’Università Filosofo  Università Federico II di Napoli che parlerà sul tema Il nostro starci accanto. La cura della vita e i legami di comunità, che al termine dell’incontro riceverà il Premio San Valentino per la Filosofia 2023.

Organizzata da Istess Filosofia con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Umbria e il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale, il Comune di Terni e il Museo Diocesano, la conferenza si svolgerà a partire dalle 15 e vedrà anche la partecipazione di Cinzia Fabrizi, assessore alla scuola del Comune di Terni.

“Semmai la filosofia sia stata un privilegio, è il momento che diventi un diritto, quello per ognuno di potersi chiedere del senso del proprio esistere o vivere, delle proprie scelte e azioni. Sarà come il diritto
di un privilegio necessario”. Così Giuseppe Ferraro introduce alla Filosofia fuori le mura, la pratica educativa che lui stesso ha ideato per diffondere ovunque una disciplina apparentemente così ostica  perché «è sui luoghi più estremi ed ultimi che deve essere portata per sentire se ha qualcosa da dire o se non debba essere invece abbandonata come un giocattolo rotto».

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Classe 1949, Ferraro tiene corsi di Etica dei Legami ed Educazione dei Sentimenti in posti d’eccezione: dalle carceri alle scuole di periferia, passando per i centralissimi Quartieri Spagnoli della città partenopea. E lo fa solo per amore, amore nei confronti della gente più povera e della sapienza, che è proprio la filosofia stessa.

La sua è una “filosofia della vita”, una “filosofia di strada” che mira a includere pure chi normalmente viene visto dalla collettività come escluso. «La strada – spiega Ferraro – non sia soltanto un luogo di passaggio, ma anche un luogo che crei comunità. Nessuno è libero da solo, la libertà è fatta di legami. Fuori è dove c’è sempre dell’altro, un’altra o un altro che aspetta di prendere la parola».

Il suo obiettivo in particolare è quello di “liberare” il pensiero di ognuno di noi, perché chiunque ha qualcosa da esprimere. E ogni pensiero va ascoltato attentamente, dando importanza ai vocaboli utilizzati, poiché ciascuno di essi ha un proprio significato che non può essere stravolto.
La sua attività coinvolge inoltre i giovanissimi. Porta infatti la sua firma il progetto Bambini in filosofia, che egli descrive nel libro dal titolo omonimo del 2015, ma anche ne La filosofia spiegata ai bambini, pubblicato cinque anni prima. E pure sulla scuola Ferraro offre la sua visione. Essa non deve essere solamente “un’officina che eroga dei corsi”, ma anche un luogo di incontro, di confronto, di dialogo e ove si portano delle proposte. La didattica a distanza  del periodo più difficile della pandemia, da lui dipinto come “un tempo deragliato da quello abituale” (con riferimento a un carro che nell’antica Roma usciva dal solco tracciato), di certo non ha facilitato questo processo.

Ma proprio nella fase in cui ci siamo trovati più “stonati, senza sapere nemmeno che ora fosse dentro casa”, il professore ha lanciato La scuola delle donazioni, idea nata sulla falsa riga della “spesa sospesa” per aiutare le persone maggiormente in difficoltà, non solo dal punto di vista economico. Donare quindi non soltanto beni materiali, ma anche il sapere, inteso pure come la conoscenza della storia dei luoghi in cui si abita.
Ed è per questo che l’organizzazione ha concentrato fin da subito le sue forze soprattutto sui giovani dei Quartieri Spagnoli, i quali hanno contribuito a risistemare le edicole votive simbolo di quella nota area napoletana, diventando a loro volta donatori verso il resto della città. Si è così costruita una fitta rete di donazioni che attualmente interessa studiosi, imprenditori, artisti, artigiani, amministratori, operatori sociali, medici e appunto filosofi. Essi dedicano parte del proprio tempo donando il sapere dell’ambito nel quale sono specializzati attraverso corsi di due o più incontri in forma dialogica, ricevendo in cambio donazioni in denaro finalizzate alla scuola e al finanziamento delle opere di promozione sociale dal basso a vantaggio di giovani e non.