Ricciardi, D’Alatri e la fiction Rai

L’intervista ad Alessandro D’Alatri, pubblicata da Arnaldo Casali, direttore del Terni Film Festival, su TPI  in cui il regista annuncia il suo addio a Ricciardi, sta ottenendo un enorme clamore, tanto da essere ripresa da moltissime testate. A questo proposito, però, è doverosa una una precisazione: “L’articolo non vuole in alcun modo rappresentare un attacco a Rai Fiction – spiega Casali – non era nelle mie intenzioni, tantomeno in quelle del regista, che parla a lungo e con entusiasmo della nuova fiction che sta girando con Alessandro Gassman Un professore“.

“Devo anche specificare – continua Casali – che sul palco di Popoli e Religioni – Terni Film Festival dove l’intervista si è svolta (e il cui video è disponibile qui sotto) la RAI non viene mai nominata, e si parla genericamente di fiction: il nome dell’azienda l’ho fatto io sintetizzando la domanda nell’articolo, e di questo mi scuso con Alessandro perché mi rendo conto che si tratta di un dettaglio tutt’altro che trascurabile. Ci tengo a ribadire però che il mio passaggio sulla “qualità mediamente bassa della fiction Rai” intendeva solo stigmatizzare una discontinuità che è sotto gli occhi di tutti. Proprio perché la RAI ci ha regalato ultimamente prodotti di alto livello come Ricciardi o Doc diventa più difficile digerire certe produzioni oggettivamente discutibili”.

“Se critico la fiction RAI  – aggiunge il direttore del Terni Film Festival – è proprio perché sono convinto che rappresenti un’inestimabile risorsa culturale, storica e artistica e a provarlo sono le produzioni Rai proiettate e premiate al Terni Film Festival. Basti pensare che proprio quest’anno l’angelo per la migliore attrice protagonista è andato a Cristiana Capotondi per Chiara Lubich, sei anni fa andò ad un’altra Chiara, quella di Sara Serraiocco per il Francesco della Cavani e lo stesso D’Alatri nel 2018 ha ottenuto tre tra i premi principali (film dell’anno, miglior regia e miglior colonna sonora) per un’altra produzione Rai: In punta di piedi”.

“In questa direzione auspico – conclude Casali – che vada sempre più decisa la RAI, perché la fiction torni ad essere la punta di diamante del nostro cinema, e non un prodotto minore”.

Viva la Rai, viva la fiction di qualità!