Popoli e religioni

A Popoli e Religioni intervista inedita ad Andrzej Wajda

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Il festival Popoli e Religioni renderà omaggio ad Andrzej Wajda, maestro del cinema polacco scomparso il 9 ottobre 2016 a 90 anni, con un documento esclusivo che sarà proiettato nel corso della prossima edizione, in programma a Terni dal 12 al 20 novembre.

Oscar alla carriera nel 2000, Wajda ha raccontato “in presa diretta” la storia della Polonia degli ultimi 60 anni con pietre miliari della storia del cinema.

Dall’esordo di Generazione del 1952  – in cui racconta la lotta contro l’occupazione nazista da parte di alcuni ragazzi di Varsavia – a Powidoki appena presentato al festival di Gdynia e atteso a quello di Roma, storia del pittore perseguitato politico Władyslaw Strzeminski, Wajda è stato il regista più “colossale” del cinema polacco raccontando la storia, la cronaca e i grandi classici della letteratura.

Da I dannati di Varsavia del 1957, storia dell’insurrezione del 1944 alla rivisitazione del Vangelo di Pilato e gli altri del 1962 (rifatto in Germania nel 1973) da Lady Macbeth siberiana (1962) a La linea d’ombra da Conrad (1976) passando per la cronaca “in diretta” di Solidarnosc e della dittatura comunista raccontata in L’uomo di marmo (1977) e il seguito L’uomo di ferro (1981) in cui compare anche – nel ruolo di sé stesso – Lech Walesa, e rievocata nel suo penultimo film, dedicato proprio a Welesa.

E ancora: Danton con Gerard Depardieu nel 1983, I Demoni da Dostoevskij nel 1987, Pan Tadeusz tratto da un grande classico della letteratura polacca fino a Katyn del 2007, dedicato ad uno degli episodi più oscuri della storia polacca, per anni tenuto nascosto dal regime.

E’ stato lui a lanciare Roman Polanski come attore – e che tornerà a recitare per lui nel 2002 con Zemsta, da uno dei classici del teatro polacco. Ma Wajda ha lanciato anche la regista Agnieszka Holland (sceneggiatrice dei suoi film negli anni ’70) e Jerzy Stuhr, divenuto poi attore feticcio ed erede artistico di Krzysztof Kieslowski.  

Infaticabile, pur avendo conquistato fama mondiale con la Palma d’oro che l’Oscar, a differenza di tutti i suoi illustri colleghi Wajda non ha mai lasciato la sua patria: militante di Solidarnosc, ha continuato a girare i suoi film in Polonia e in polacco, raccontando la storia e la letteratura del suo paese.

Popoli e Religioni – che con la Polonia ha un rapporto speciale (il presidente onorario è Krzysztof Zanussi ed è gemellato con il festival Sacrofilm di Zamosc) – ha proiettato nel 2014 Walesa nell’ambito di un’intera giornata dedicata alla Polonia.

Quest’anno il festival tornerà a rendere omaggio a Wajda presentando – tra l’altro – un’intervista realizzata proprio da Jerzy Stuhr per l’edizione del 2009 in cui – a partire da un allestimento di un’opera teatrale diretta da Wajda e interpretato da Stuhr negli anni ’70 – si parla delle problematiche relative all’immigrazione.