La Libia ieri e oggi – incontro al Cenacolo

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“La Libia non esiste. E’ solo un’espressione geografica latina nelle carte degli “Itineraria” di Cesare Augusto nell’anno zero, nelle scartoffie del governatorato di Pietro Badoglio nel 1929 e nell’utopia di Benito Mussolini. Gheddafi teneva riunito il paese con una associazione di capi tribù e il suo potere era effimero in quanto personale e dopo di lui, nel 2016, l’ISIS intende approfittare della situazione frammentata della cosiddetta Libia per  spostarsi dall’Asia Minore alla Cirenaica e al confine con la Tunisia, dove  potrebbe costituire un califfato”.

Un parallelo tra la Libia di ieri e quella di oggi, dal colonialismo italiano alla Rivoluzione araba, per capire cosa e perché sta succedendo nella regione più esplosiva del mondo.

E’ quello che propone lo storico Pompeo De Angelis (autore, tra l’altro della Storia di Terni in 6 volumi pubblicata dall’Istess) nell’incontro “La Libia ieri e oggi” in programma al Cenacolo San Marco giovedì 14 aprile alle 17.30.

“Ieri rassomiglia ad oggi, forse  perché  la Libia è sempre la stessa, cioè ingannevole, anche nel nome – spiega De Angelis – gli italiani pensavano che, messi in fuga i turchi, gli indigeni li avrebbero accolti a braccia aperte, felici di liberarsi dell’oppressione e del fiscalismo di Istanbul, con l’idea di farsi occidentali. In questo spirito, il Presidente della Repubblica francese Sarkozy assicurò, nel 2011, che bombardando le difese di Gheddafi, sarebbe spuntata la primavera araba della democrazia. Nel 1911, l’illusione cadde ben presto: i capi delle tribù arabo-berbere della Tripolitania si unirono ad alcuni   contingenti della mezza luna e tennero in scacco le truppe del generale Caneva nelle oasi intorno a Tripoli. La primavera araba non fu possibile cento anni prima, né cento anni dopo”.

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